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L'articolo del sabato

ARCHETIPI E SIMBOLI

ARCHETIPI E SIMBOLI

di Augusto Vasselli
 
Il termine archetipo deriva dal greco antico ὰρχέτυπος, a sua volta unione di ὰρχέ (archè, principio, inizio) e τυπος, (tipos modello). Con tale parola in ambito filosofico viene indicato quanto derivato e preesistente rispetto al pensiero, mentre nell’ambito psicologico la parola stessa sottintende i principi insiti nel profondo e nella parte inconscia dell’essere umano. Esso va quindi inteso come modello e idea originaria, da cui ogni cosa discende.
Tale vocabolo indica, nella comune accezione speculativa, un pensiero forma, quale ad esempio l’idea di platonica memoria. Riferendosi alla psicanalisi, in particolare secondo Jung ed altri, per significare le idee primarie insite nell'inconscio. Per ciò che concerne il mito, gli archetipi sono gli aspetti basilari primitivi riguardanti gli aspetti mitologici e religiosi, ove nell’illustrare e soprattutto favorire la comprensione dell’insieme cosmico e dei fenomeni naturali si è utilizzato il mito, in cui le divinità rappresentano manifestazioni riferite alla natura o alla vita umana.
Riferendosi alla filosofia classica il principio causale e ordinatore dell'universo viene chiamato logos. Filone di Alessandria, ancor prima di Plotino, aveva utilizzato il termine archetipo per indicare l’essenza che interrelaziona la natura e la entità divina, ricercando una sorta di sincretismo tra platonismo e tradizione ebraica.
Riferendoci alla struttura umana, vista nella sua totalità, gli archetipi rappresentano, nella loro concettualizzazione, gli istinti primordiali e le connesse matrici riguardanti il pensiero e i comportamenti, originati dal patrimonio genetico, sia esso individuale sia collettivo.
Gli archetipi sono l’espressione della matrice superiore e la base di ciò che viene definito l’ambito psichico. Essi sono l’essenza energetica, il motore essente che si rivela in luoghi e ambiti temporali differenti, con modalità primarie innate e da esse discendenti, che collegano
l’insieme umano.
Gli archetipi rappresentano, quindi, anche quanto ci viene trasmesso simbolicamente riguardo la conoscenza sapienziale. Essi svolgono una funzione che ci collega a quanto origina la realtà esistenziale, che in natura è caratterizzata dalla modalità attraverso la quale un impulso, in questo caso primario, trae origine.
L'archetipo è la rappresentazione di qualcosa che non è per sua natura definibile e facilmente conoscibile in modo razionale, seppur anche riferito al profondo (l'inconscio). Ciò nonostante proprio per questo esso è lo strumento che ne favorisce l’incontro, ove le rappresentazioni archetipe a loro volta sono i simboli che lasciano percepire alla coscienza la natura della matrice del nostro essere, che può essere anche considerato la base dell’inconscio stesso.
Tale natura offre poteri e facoltà, quali entità obiettivamente reali e a sé stanti, che sono insiti nell’essere umano, che possono risvegliare il potere che trova corrispondenza nelle nostre stesse anime, rendendoci consapevoli della scintilla divina presente in ogni essere vivente.
Gli archetipi possono essere ritenuti, altresì, la rappresentazione di quanto proviene dal subconscio collettivo, il quale trasmette in un certo senso i comandi e l’energia alla psiche dell’essere umano, ove il cervello umano può essere paragonato alla struttura fisica di un computer (hardware) e gli archetipi stessi a quanto serve per il loro concreto funzionamento/utilizzo (software).
Il simbolo, termine derivato dal greco arcaico σύμβολον, symbolon, a sua volta l’unione delle radici σύν (sin, insieme) e βάλλω (ballo, gettare), sottintende una modalità mediante la quale effettuare un riconoscimento, attraverso la ricomposizione di un oggetto, tra coloro che ne detengono una parte.
Il simbolo permette di percepire, in aggiunta e al di là di quanto viene ricevuto attraverso l’apparato sensoriale, attraverso l’intuizione. Esso attiva le nostre facoltà spesso latenti, che consentono di entrare in contatto con piani diversi riguardanti il pensiero, le emozioni e il nostro profondo, in modo diretto e non intermediato dalla parola e dalla comunicazione verbale.
Il simbolo aiuta a superare quindi i limiti del linguaggio e delle parole, mediante le analogie e attraverso l’immagine, le quali a loro volta aiutano a cogliere gli aspetti correlati e superare gli aspetti meramente razionali, permettendo una decodifica che non necessita di spiegazioni, così come comunemente le intendiamo.
Grazie a questa potenzialità si è giunti ad utilizzare il simbolo per comprendere il nostro profondo o intuire il soprannaturale e il divino. Le scuole iniziatiche proprio per questa ragione hanno utilizzato e continuano ad utilizzare il simbolo come strumento primario attraverso il quale trasmettere gli insegnamenti tradizionale e le correlate regole metodologiche da seguire.
Mediante il simbolo e la percezione data dallo stesso si riceve una idea attiva, vivificata, verbalmente inesprimibile, valida ed analoga per chiunque, che è la risultante di una attività intellettiva soprattutto creativa e dinamizzata, che a sua volta consente la percezione diretta di quanto viene trasmesso.
Tale modalità è di fatto un’arte, “l’arte di percepire”, che non può essere insegnata ma che deve essere resa viva mediante il percepire stesso, attraverso l’esperienza diretta di chi si avvale di questa metodologia. Metodologia che non richiede di utilizzare quanto dagli altri recepito ed eventualmente riferito, ma attraverso la ricezione che giunge senza servirsi del raziocinio comunemente inteso, con la quale si può arrivare a dialogare con il nostro profondo (animico).
Per cogliere i messaggi dei simboli non è necessario avere una particolare credenza o un presupposto dogmatico, si devono soltanto abbandonare la rigidità del pensiero e i condizionamenti dei nostri sensi fisici, che spesso rappresentano il principale impedimento al raggiungimento della realtà autentica, che è anche la realtà metafisica.
I messaggi che vengono forniti sono una sorta di percorso iniziatico mediante il quale l’adepto utilizza il proprio profondo interiore, attraverso la meditazione e la contemplazione degli emblemi, con i quali trovare una consapevolezza profonda ed estrarre il contenuto che in esse è racchiuso, consentendo l’avvicinamento alla realtà soprasensibile, presente nella profondità dell'anima.
Ci troviamo quindi di fronte a un vero proprio insieme di codici che trasmette una ampia gamma di messaggi che a loro volta diventano strumenti che arrivano ad essere anche una modalità di collegamento tra il soprasensibile e il terreno.
I simboli presenti ovunque, in particolare negli edifici sacri, nelle opere artistiche, nelle strade e persino nelle planimetrie degli aggregati urbani, originano allegorie riferite ad altro, ovvero a ciò che il contenuto del simbolo ci può dare.
Ai nostri giorni, contrariamente al passato, ove i simboli erano di fatto utilizzati sono in ambiti ristretti e circoscritti, soprattutto negli ambiti iniziatici, misterici e anche in quelli più comunemente religiosi, gli stessi sono anche utilizzati nella comunicazione riferita alla persuasione (pubblicità, comunicazione sociale e politica).
Come si può facilmente intuire, anche in ambito psicologico attraverso i simboli riusciamo a percepire quanto il nostro inconscio può trasmettere. Ciò in quanto i simboli, per loro natura, non parlano nessuna lingua, ma le parlano tutte, poiché essi comunicano di fatto mediante impulsi che la nostra mente razionale trasforma in parole.
Attraverso il simbolo si entra in un viaggio collettivo le cui ragioni essenziali rimangono immutate nel tempo, poiché esse sono l’emanazione/evoluzione dell’archetipo che lo ha originato, ove il nostro lavoro viene agevolato anche dal messaggio tradizionale, che sovente si avvale appunto della rappresentazione simbolica.
Rappresentazione fatta da insegnamenti non convenzionali, che oggi amiamo definire esoterici, che rendono funzionale la rappresentazione stessa, che di fatto è un modalità docetica che sarà calibrata a secondo della storia e dalla pregressa esperienza di ciascuno.
In tal modo esso diventa una forza creatrice con il quale si sfrondano tutti gli aspetti non essenziali e si entra in contatto con i valori assoluti. In altri termini si potrebbe dire che attraverso il simbolo si utilizza la cosiddetta via cardiaca, la via del cuore, con la quale si schiudono percorsi altrimenti impercorribili e arrivare quindi di fronte alla nostra intimità.
Anche i testi sacri e i miti sono espressioni simboliche in quanto con lo scritto essi consentono, mediante l’utilizzo del nostro sentire (il cuore), di intuire il numinoso e l’identificazione tra i vari piani dell’essere umano e l’insieme al quale comunque si appartiene.
In un testo di natura sacra si sono tre livelli. di comprensione: uno letterale, uno simbolico o allegorico e uno occulto riservato agli adepti. In tal modo la lettura dei testi sacri si troverà la chiave per avere una totale comprensione degli stessi.
Nell’ambito tradizionale, il simbolismo ha come fine essenziale di trasmettere, mediante una comunicazione non verbale ma essenzialmente ottica una conoscenza articolata e “multilevel”, che sintetizza i principi oggetto del messaggio, non certo per nasconderne il significato ma per offrire una autentica comprensione e interiorizzazione a favore di chi li riceve.
Lo studioso, ovvero l’adepto, attraverso questo metodo, apprende che l’elevazione dell’essere umano può essere raggiunta per il tramite di un processo che non utilizza il “pensiero razionale” ma una azione diversa, più sottile, che inizia allorché la ragione si attenua sino a non interferire, permettendo di raggiungere la consapevolezza spirituale e trascendentale.
Per questo da sempre tutti coloro che si dedicano alle conoscenze per così dire tradizionali utilizzano lo strumentario simbolico, allegorico, unitamente a quello mitologico e quello dei glifi, diversamente da quanto fanno i filosofi che utilizzano esclusivamente la parola.
Sicuramente questo approccio metodologico appare essenziale per riportare l’essere umano alla comprensione di se stesso. Comprensione che, in questo determinato momento storico ove in pochi decenni si sono avute trasformazioni radicali e rivoluzionarie, che nel recente passato non erano pensabile né ipotizzabili e che hanno reso la vita dell’essere umano caratterizzata da una crescente articolazione artificiale e robottizzante, appare ancor più difficile da raggiungere.
L’utilizzo dei simboli, l’introiettazione degli stessi, è comunque un percorso pieno di ostacoli, da affrontare con la mente, con il cuore e con il silenzio, che permette infine di intuire e percepire. Esso è l’ascesi che avvicina alla saggezza e che può portare o quanto meno avvicinare la conoscenza.
Affidandosi soltanto ai sensi fisici e alla ragione il sentiero che porta alla verità non può essere percorso in modo fruttuoso. Solo con l’intuizione si attiva e si realizza la condizione necessaria a superare ciò che separa dal mondo dello spirito, beneficiando del viaggio fatto con gli strumenti simbolici, che avvicinano il sacro e l’obiettivo di trasformare se stessi.
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