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L'articolo del sabato

BELA HAMVAS

BELA HAMVAS

di Douglas Swannie
 

Mentre molti appassionati di esoterismo conoscono René Guénon, volevo segnalare uno dei massimi studiosi metafisici (poco conosciuto fuori dalla sua patria) della tradizione "perennialista", l'ungherese Béla Hamvas, che ha avuto, tra l'altro, il merito di far conoscere Guénon in Ungheria.

La vita

Béla Hamvas era nato nel 1897 a Eperjes (Prešov), nella contea di Sáros del Regno d'Ungheria (l'attuale Slovacchia), ma dopo gli studi a Bratislava, nel 1919 dovette trasferirsi a Budapest, avendo suo padre rifiutato di giurare fedeltà alla nuova nazione cecoslovacca.
A Budapest, Hamvas si laureò all'Università Cattolica Péter Pázmány, diventando giornalista, ma dopo tre anni preferì andare a lavorare nella biblioteca principale di Budapest, dove fu nominato bibliotecario senior nel 1927. Tuttavia, dopo quasi 20 anni di lavoro in biblioteca, la sua vita fu sconvolta dallo scoppio della seconda guerra mondiale, e dalle sue tragiche conseguenze, anche politiche.
Durante l'assedio di Budapest da parte delle truppe sovietiche, il suo appartamento fu colpito da un bombardamento che distrusse la sua biblioteca e i suoi manoscritti.

Contrasti con il regime

Dopo la guerra, i suoi studi e scritti risultarono non graditi al regime comunista: per esempio, un punto di contrasto fu la sua difesa del surrealismo e dell'arte astratta, nei quali Hamvas vedeva l'eredità della magia, la "tremenda presenza di un'esistenza superiore", opponendosi nel contempo al movimento artistico del realismo socialista.
Questo concetto di arte moderna venne attaccato dall'ideologo marxista György Lukács e conseguentemente Hamvas fu licenziato dalla biblioteca e i suoi scritti furono inseriti nella lista delle opere di autori (la famigerata lista b), di cui era vietata la pubblicazione.
Prima del divieto, Hamvas aveva pubblicato più di 250 opere, ma la maggior parte dei suoi lavori fu pubblicato successivamente in forma anonima, come samizdat.

Hamvas costretto a fare il giardiniere e poi l'operaio per sopravvivere

Per poter sopravvivere, Hamvas dovette allora richiedere la licenza di giardiniere, lavorando nella tenuta di suo cognato a Szentendre, dal1948 al 1951, ma qui riuscì anche a completare una delle sue principali opere, Karnevál.
Tra il 1951 e il 1964 fu impiegato come operaio non qualificato nelle centrali elettriche di Tiszapalkonya, Inota e Bokod, in condizioni lavorative molto dure (aveva già 55 anni), costretto a scaricare mattoni e a portare pesanti secchi di malta.
Ogni volta che aveva un po' di tempo libero, traduceva dal sanscrito, dall'ebraico e dal greco e scriveva saggi sulla cabala, sullo zen e sul sufismo, riuscendo tra il 1959 e il 1966, a completare Patmosz, la sua ultima opera importante.

Una descrizione sarcastica di quel periodo ce lo fornisce il poeta ungherese della Transilvania Géza Szőcs:
"Nel 1955 in Ungheria viveva una sola persona che avrebbe potuto non solo conversare, ma effettivamente scambiare opinioni con Eraclito, Buddha, Lao Tse e Shakespeare, e questo nella lingua madre di ciascuno.
Se questi quattro profeti dello spirito umano fossero scesi dall'aereo a Tiszapalkonya, e se si fossero rivolti al primo operaio si fossero imbattuti, e se questo fosse stato proprio Béla Hamvas, dopo avergli parlato per tre notti di fila (durante il giorno Hamvas doveva portare la malta, ma forse i suoi ospiti gli avrebbero dato una mano), ebbene, che cosa avrebbero potuto pensare: se in questo paese i manovali sono come quest'uomo, come saranno allora gli studiosi?
Ma se avessero guardato in giro per il paese, avrebbero capito tutto..."


Nel 1964, all'età di 67 anni, finalmente Béla Hamvas poté andare in pensione, ma soli quattro anni dopo, morì per un ictus emorragico.

Il pensiero e le opere di Béla Hamvas

Analizzando la crisi spirituale dell'epoca, Hamvas s'inserisce nella tradizione metafisica, nella conoscenza spirituale collettiva dell'umanità trasmessa dai libri sacri.
La sua raccolta Scientia Sacra (i primi sei volumi, 1942-1943) portò l'attenzione dell'epoca sulla filosofia dell'Estremo Oriente (Upanishad, Tao Te King, Il libro tibetano dei morti e altri) e sul misticismo europeo.

Dal 1945 Hamvas fece parte per tre anni di un rinascimento spirituale ungherese, durante i quali, tra l'altro, curò la pubblicazione del testo "Anthologia Humana - La saggezza di cinque millenni", la cui quarta edizione fu bandita e distrutta dal regime comunista nel 1948.

I saggi di Hamvas sono radicati nella tradizione, lo stile di scrittura é scorrevole e immediato, ben lontano dalla scrittura guenoniana spesso caratterizzata da uno spirito polemico e una certa suscettibilità.
I saggi L'Unicorno, Il Protocollo Segreto e Il Silenzio del 1948–51 furono pubblicati solo quarant'anni dopo nel 1987, ma furono scritti insieme al grande romanzo di Hamvas, Karnevál (1948–51, Carnevale, pubblicato nel 1985). Questa opera, chiamata anche "catalogo del destino", o "commedia umana", abbraccia i continenti e le epoche, il paradiso e l'inferno.
Un'altra raccolta di saggi, Patmos (il cui titolo allude all'esilio di Giovanni Apostolo nell'isola di Patmos) del 1959–1966 fu pubblicata nel 1992, mentre la seconda parte di Scientia Sacra, dedicata alla Cristianità del 1960–64, fu pubblicata nel 1988.

Purtroppo a tutt'ora della vasta produzione saggistica di Hamvas ben poco è stato tradotto in italiano: i due volumi sulla Scientia Sacra editi da Edizioni all'insegna del Veltro, e qualche altro breve saggio.

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