Il vertice internazionale di Sharm el-Sheikh segna un momento storico per il Medio Oriente: la firma di un accordo di pace promosso dal presidente statunitense Donald Trump, definito “la fase 2 per Gaza” sancisce la fine delle ostilità tra Israele e Hamas, il rilascio completo degli ostaggi e l’avvio di un processo di ricostruzione politica, economica e umanitaria nella Striscia di Gaza, con l’obiettivo finale di realizzare la soluzione dei due Stati.
Trump presenta l’accordo come il suo più grande successo diplomatico, affermando che “ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui” e che “la terza guerra mondiale non scoppierà in Medio Oriente”.
Il presidente americano ringrazia i Paesi arabi e musulmani, riconoscendo il ruolo decisivo di Egitto, Qatar e Turchia. Accanto a lui, sul palco della firma, siedono il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani e il leader turco Recep Tayyip Erdogan. L’Italia, rappresentata dalla premier Giorgia Meloni, ribadisce la volontà di partecipare attivamente alla nuova fase. Meloni definisce la giornata “storica” e annuncia che l’Italia contribuirà alla ricostruzione e alla stabilizzazione di Gaza attraverso quattro linee principali: aiuti umanitari e sanitari, con l’iniziativa “Food for Gaza”, ospedali mobili e l’evacuazione di bambini malati; ricostruzione economica e infrastrutturale, anche tramite la cooperazione con il settore privato; sicurezza e monitoraggio del cessate il fuoco, con possibile partecipazione a una missione Onu di stabilizzazione, previo voto parlamentare; apertura politica verso il riconoscimento dello Stato palestinese, subordinata al rispetto degli accordi e delle condizioni fissate dal Parlamento italiano.
Nel corso del vertice, la Meloni ha avuto colloqui bilaterali con al-Sisi e altri leader, ribadendo il sostegno dell’Italia a un processo politico fondato sulla pace, la sicurezza e la legalità internazionale. Durante la riunione allargata con Macron, Starmer, Merz, Erdogan, Al Thani e altri capi di Stato, si è discusso dell’urgenza di ampliare l’accesso umanitario per la popolazione civile di Gaza e di coordinare gli sforzi per la ricostruzione.
La firma dell’accordo, incorniciata dallo slogan “Peace 2025”, è vista come l’inizio di una nuova fase di speranza e cooperazione internazionale. L’assenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu è stata notata, ma la presenza del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha conferito al vertice un valore simbolico forte: il riconoscimento reciproco come premessa per la pace. Con la “fase 2” di Gaza, il Medio Oriente tenta di voltare pagina .Trump e Meloni, insieme ai principali leader regionali, scommettono su un futuro di stabilità e ricostruzione, in cui l’Italia punta a un ruolo centrale politico,umanitario e strategico.