La notizia dell’incontro di Donald Trump e di Vladimir Putin in Ungheria è uno schiaffo a quattro mani alla signora Ursula Albrech, sposata von del Leyen, e al burosauro di Bruxelles, con tutte le sue dependance.
Esclusa, con il rammarico del giornale dei vescovi italiani Avvenire, dal vertice di Sharm el-Sheikh, assieme alla sua altissima rappresentante per la politica estera, l’estone Kaja Kallas, Ursula Albrech, sposata von del Leyen, ora viene messa sulla graticola da una scelta che destruttura alle fondamenta l’impianto giustizialista e burocratico europeo, nonché gli equilibri politici di un’Unione che ormai è un ammasso di macerie, peraltro pericolose, in quanto continua a sfornare provvedimenti disastrosi per noi tutti.
La mossa di Trump e Putin, oltre a spiazzare gli europei sul piano politico, ne disastra la deriva giudiziaria, mettendo in evidenza la pericolosità, per la pace e gli equilibri geopolitici, di una Corte penale internazionale dell’Aja che si infila nelle competenze degli Stati, della politica, della diplomazia, con una logica funzionale a chi, peraltro, comanda il burosauro di Bruxelles.
Dietro le quinte si agita la finanza, che sta per essere rimessa al suo posto, dopo che Donald Trump ha vinto negli Usa e dopo che i Dem hanno, con Hillary Clinton e Joe Biden, alzato bandiera bianca.
La cialtronaggine, come è ormai da tempo, imperversa nel Vecchio Continente, ormai obnubilato dalla espropriazione della politica e della democrazia, trasferite entrambe alla finanza, a magistrature inventate e a mostri burocratici e ora riportato alla realtà degli Stati, della politica, della diplomazia.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban rivela che "sono in corso i preparativi per il vertice di pace Usa-Russia”. "L'Ungheria – scolpisce Orban - è l'isola della pace!"
Alla notizia reagisce la Corte, la quale fa sapere che "il recesso dallo Statuto di Roma ha effetto un anno dopo il deposito della notifica di recesso presso il Segretario generale delle Nazioni Unite, depositario dei trattati internazionali. Il recesso non ha alcun effetto sui procedimenti in corso o su qualsiasi questione già all'esame della Corte prima della data in cui il recesso ha avuto effetto".
Conclusione, il mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin mantiene la sua validità se farà ingresso in Ungheria. Eseguire le decisioni esecutive della Corte "è un obbligo giuridico e una responsabilità".
Insomma, mentre due delle più grandi potenze del mondo si incontrano in Ungheria per vedere come far finire la guerra in Ucraina, dei poliziotti ungheresi dovrebbero ammanettare Vladimir Putin e portarlo al cospetto della Corte penale internazionale, longa manus del globalismo finanziario.
Donald Trump, costernato, per l’arresto del capo del Cremlino, tornerebbe negli Usa con le pive nel sacco e chiederebbe a Ursula Albrech, sposata von del Leyen, scusa per non averla invitata a Sharm. Viktor Orban si dimetterebbe e consegnerebbe le chiavi dell’Ungheria a Kaja Kallas che la commissarierebbe in nome dei sacri Baltici.
Vogliamo scherzare? No. La realtà supera la nostra fantasia da film comico.
La portavoce della Commissione europea Anitta Hipper in merito al possibile incontro Trump-Putin sul territorio Ue, ci fa sapere che il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli esteri Sergej Lavrov sono inclusi nelle sanzioni "sul congelamento dei beni, ma non specificamente su divieti di viaggio". "L'incontro non è stato confermato e non commenteremo gli scenari ipotetici, ma se dovesse accadere di fatto, non ci sono divieti di viaggio di per sé".
Insomma, Putin e Lavrov possono comperare il biglietto aereo Mosca-Budapest e l’Unione Europea non si oppone. Quanto al mandato di arresto della Cpi, ci spiega Anitta Hipper, ci sono "potenziali deroghe che gli Stati membri possono concedere, ma tali deroghe devono essere emesse dagli Stati membri individualmente".
Per dirla in altri termini sono problemi di Viktor Orban.
Olof Gill, portavoce della Commissione Ue, rispetto al programmato incontro Putin-Trump a Budapest fa sapere che “la presidente Ursula Von der Leyen accoglie ogni passo per una pace duratura in Ucraina. Qualsiasi incontro che muove su un processo di pace giusta e duratura per l'Ucraina è il benvenuto. Se l'incontro si terrà e andrà in questa direzione è il benvenuto".
E la Corte? Chi se ne importa della Corte.
E no, cara signora Ursula Albrech, sposata von del Leyen, lei non può abbandonare la Corte così, anche perché a casa sua, a Bruxelles non tutti sono d’accordo.
Infatti, una fonte diplomatica europea citata dall'Agenzia Italia (Agi) in merito al summit tra il presidente americano, Donald Trump, e il presidente russo, Vladimir Putin, afferma: “Riteniamo che la Corte penale internazionale sia estremamente importante e che se Putin dovesse atterrare, ci dovrebbero essere le logiche conseguenze, dato che è un ricercato; se l'Ungheria non lo facesse, non sarebbe d'aiuto. Allo stesso tempo, nessuno si sorprenderebbe se gli ungheresi non arrestassero Putin. Tutti se lo aspettano".
Il diplomatico europeo, che non si rende conto di essere salito sul palco del varietà, sostiene che per il summit si pone anche la questione di come Putin potrà raggiungere l'Ungheria, dovendo per forzare sorvolare paesi Ue-Nato, evitando ovviamente di sorvolare l'Ucraina. "Sono contento – ironizza - di non essere il travel planner di Putin, perché ha bisogno di ottenere il permesso per sorvolare certi paesi. Non voglio fare supposizioni su come andrà a finire, ma sono contento di non essere responsabile dei piani di volo".
Siamo alla frittura di cervello.
Di fronte ad un evento mondiale che potrebbe chiudere una guerra che dura da tre anni e che ha portato al cimitero un paio di milioni di esseri umani il diplomatico ironizza, la corte si erge a difesa della giustizia, i portavoce dell’Unione dicono che si aspettano che tutti i passi per la pace vadano bene.
A forza di giocare in campo burocratico, di mettere in campo la giustizia inventata, di fare gli interessi della finanza globalista, il cervello delle élite europee si è fritto.
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, nel frattempo, mantiene la barra a dritta e afferma, senza fare una piega, che garantirà al presidente russo Vladimir Putin l'ingresso nel Paese per il vertice con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump previsto a Budapest.
La frittura è servita? No, deve friggere ancora.
Una friggitoria di 30 mila burocrati non è arrestabile, come la follia di Maria Antonietta: «Se non hanno più pane, che mangino brioche». Non voleva capire che ormai l’ingranaggio della rivoluzione era in azione. Come è finita lo sappiamo.
Non hanno capito che Angela Merkel ha delegittimato l’Occidente nei confronti della vicenda Ucraina e lo ha fatto proprio a Budapest.
L’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel, in un’intervista al quotidiano ungherese Partizán, ha detto che la resistenza di Polonia e Paesi Baltici ai negoziati guidati dall’Ue con Vladimir Putin nel 2021 potrebbe aver contribuito indirettamente alla successiva aggressione in Ucraina. Merkel ha spiegato che, nel giugno 2021, avvertì che il presidente russo non prendeva più seriamente gli Accordi di Minsk e che per questo propose un nuovo formato di dialogo diretto tra l’Unione Europea e la Russia. “Non tutti erano d’accordo, soprattutto gli Stati baltici, ma anche la Polonia era contraria- ha dichiarato Merkel - Oggi non saremo più in grado di chiarire cosa sarebbe successo se...".
La friggitoria burocratica non capisce le dinamiche politiche.
Non capisce, ad esempio, che dieci mesi dopo l'uscita di scena della famiglia Assad, che per oltre mezzo secolo aveva garantito saldi legami con Mosca, la Russia prova a rimanere nella partita siriana, ricevendo Al Jolani, che ovviamente si reca a Mosca in accordo con chi lo comanda, ossia la Turchia.
Per la prima volta da quando è salito al potere, il nuovo leader Ahmad Sharaa (Jolani) ha infatti varcato la soglia del Cremlino per colloqui con il presidente russo Vladimir Putin durati due ore e mezza.
In discussione ci sono le due basi russe in Siria, attualmente ancora operative con pattuglie militari russe che continuano a muoversi nella zona costiera senza che i soldati del nuovo regime frappongano ostacoli.
Alle due basi, in particolare, è sembrato riferirsi il presidente ad interim siriano quando ha detto che il nuovo regime intende "rispettare tutti gli accordi firmati precedentemente tra Mosca e Damasco", dunque ai tempi degli Assad. Ma Sharaa ha sottolineato anche che il nuovo governo "sta cercando di ristabilire e ridefinire in un nuovo modo la natura di queste relazioni, così che possa esserci indipendenza per la Siria, una Siria sovrana". Allo stesso tempo il leader siriano ha detto che il suo Paese è unito da "legami storici" con la Russia e ha sottolineato che continua una "cooperazione materiale" bilaterale. Mentre Putin ha parlato di "relazioni speciali sviluppate nel corso di molti decenni".
La friggitoria dei cervelli non capisce che quanto avviene in Venezuela potrebbe portare alla caduta di Maduro, appoggiato da Putin (che lascia fare Trump), e a una sorta di sfruttamento fifty-fifty dell’immenso giacimento di petrolio venezuelano.
Ovviamente l’Ucraina rientra nel pacchetto, come l’Artico.
Ma la friggitoria dei burocrati e dei legulei non può capire, perché non è stata allevata a pane e politica, ma a brioches e obbedienza.
La conseguenza è la frittura di cervelli.