Image
Image
Image
Image
Image

Opinioni

PACE… VIGILATA

PACE… VIGILATA

di Paolo Falconio*

“Pace… vigilata” era un’espressione in uso durante la guerra del Vietnam e più in generale durante la guerra fredda, il cui il senso era riconducibile alla necessità di garantire la pace con un dispositivo militare efficiente e con un arsenale atomico che assicurasse la reciproca distruzione.

Per cinquant’anni il conflitto tra i due blocchi fu scongiurato attraverso il cd. “equilibrio del terrore” e in una competizione che si concretizzò in una serie di guerre per procura di cui le più famose rimangono il Vietnam e l’Afghanistan.

Il mondo di oggi è assai più caotico e il parallelo con il passato non è possibile e tuttavia quell’adagio (Pace… Vigilata) è più che mai attuale.

Restringiamo il campo dell’indagine al conflitto ucraino e quindi alla Russia.

Al di là delle posture francesi che lasciano il tempo che trovano perché non sono loro i decision maker e pur considerando che gli indicatori internazionali fanno pensare a un congelamento “onorevole” del conflitto, rimane un problema che attiene alla Russia, la quale è vero che vuole riagganciare l’occidente, ma parallelamente continua a produrre armi e munizioni a ciclo continuo (ossia tre turni per coprire le 24h). Al sottoscritto non risulta la conversione dell’apparato produttivo, ma il problema è di scarsa rilevanza in quanto l’ industria principale della Federazione Russa è costituita dall’industria bellica e dalle materie prime.

Il punto è che il sistema industriale russo si sta dimostrando in molti settori più efficiente di quanto pensassimo. Senza voler scendere in un’ analisi attenta basterà citare le dichiarazioni del Ministro della Difesa Italiano che denuncia che in alcuni ambiti della missilistica e del munizionamento per artiglieria , la Russia ha una capacità produttiva tripla rispetto alla NATO. La conquista del Donbas ha restituito alla Russia il know how di industrie specializzate nella produzione di motori per MBT (carri pesanti), inoltre a detta degli ufficiali NATO i russi stanno addestrando efficacemente le truppe destinate al fronte, tra l’altro in numero crescente.

Quanto sopra per dire che la Federazione Russa non dà alcun segnale di volere uno status quo rappresentato dal congelamento della situazione attuale. È altresì falso che la Russia debba ripristinare il mercato occidentale per le proprie materie prime. Gli ultimi dati indicano che la stessa abbia diversificato il proprio portafoglio ben oltre la Cina.

L’ Orso russo al momento si sente forte e non fa mistero di avere appetiti ad occidente. Un occidente che al momento sembra governato da particolarismi e con un materiale umano inadeguato.

Questa è la ragione per cui i Paesi Europei dovrebbero armarsi e avere eserciti adeguati alla minaccia, ma non per impegnarli direttamente in Ucraina, ma per scongiurare ulteriori aggressioni.

Ulteriormente è necessario vigilare perché le forme di penetrazione e conseguente disarticolazione di una Nazione possono essere molteplici e ancor più se si considerano le nuove frontiere delle I.A. e I.e.T 

La propaganda russa è assai penetrante e sfrutta proprio questi sistemi per ergersi a paladina dei valori tradizionali, anche occidentali, messi oggi in discussione da minoranze liberal.

Come Nazione è il momento di crescere e comprendere che lo shock rappresentato dal conflitto ucraino (shock europeo e non solo italiano ) che ha messo fine all’ agio derivante da un vecchio paradigma, e cioè: 1) sicurezza garantita dall’ America; 2) approvvigionamento di materie prime a basso prezzo; 3) sbocco commerciale garantito ad oriente. Paradigma che non è riproponibile, riguardo al quale ciò che possiamo fare è dotarci di un dispositivo militare adeguato ed efficiente, che affianchi anche l’azione delle diplomazie.

La NATO Occidentale dovrebbe ritrovare coesione ed evitare avanzamenti in ordine sparso che sono miele per l’Orso Russo.

Invece di concentrarci esclusivamente ad est, l’Europa o almeno l’Europa che affaccia sul mediterraneo (e in particolar modo l’Italia) dovrebbe guardare all’ Africa con occhi diversi. Tutto il mondo è impegnato in una competizione all’ ultimo sangue per assicurarsi opportunità commerciali e zone di influenza in quei territori. Qualcosa vorrà pur dire.

In questo mondo che ricordo è così incosciente da parlare di guerra totale, noi europei dovremmo sapere che in tutti gli scenari che coinvolgono la Russia il primo continente a divenire cenere è quello europeo.

Avremmo bisogno di statisti in grado di gestire queste crisi. Al momento non se ne vedono, ma irrinunciabile è poter inseguire la pace avendo capacità militari e di intelligence adeguati a dissuadere appetiti pericolosi.

Tradotto è giunta l’ora di dare nuovo impulso all’industria militare, incrementare le capacità di intelligence, stanziare fondi allo scopo e assicurarsi la disponibilità delle risorse strategiche, tra le quali ricordo esserci l’acciaio.

In difetto saremo invasi da slogan, ma impotenti di fronte a nuove aggressioni.

Coordinatore Scientifico Centro Studi Paradigma Membro della Faculty della Luiss

Ti piace questo articolo? Condividilo nel tuo profilo social.

RIFERIMENTI

ngn logo2

Testata totalmente indipendente, di proprietà dell’associazione Libera Stampa e Libera Comunicazione

Sostienici per dare una libera informazione

Donazione con Bonifico Bancario

TAGS POPOLARI

ISCRIZIONE NEWSLETTER

GDPRInviando questo messaggio accetto il GDPR e il regolamento sulla privacy.

Seleziona la casella per approvare.


 

Ricerca