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L'articolo del sabato

L'EQUINOZIO DI PRIMAVERA

L'EQUINOZIO DI PRIMAVERA

di Augusto Vasselli

Nel calendario astronomico ci sono, tra gli altri, quattro momenti che rivestono una particolare importanza, i quali sono, peraltro, contestuali al cambio delle stagioni: essi sono gli equinozi e i solstizi. I primi segnano il tempo che contraddistingue l'inizio della primavera e dell'autunno; i secondi segnano rispettivamente l’inizio dell’estate e dell’inverno. Il tutto ovviamente riferito al nostro emisfero (quello settentrionale).

Con il termine equinozio si indica il periodo dell’anno nel quale la durata del giorno è pari alla durata della notte. Tale periodo si manifesta ogni anno in due diverse congiunture: la prima si verifica tra il 19 e il 21 marzo, la seconda tra il 21 e il 24 settembre. Dal punto di vista etimologico, la parola equinozio deriva dal latino aequinoctium, a sua volta derivata dai termini aequus (uguale), e nox (notte).

L'equinozio di primavera si celebra da millenni (così come i solstizi e l'equinozio d'autunno). La ricorrenza - che quest’anno si è verificata il 20 marzo  alle 04 e 06, per la precisione - è stata nel remoto passato sempre considerata l'inizio del ciclo annuale, cosa che avviene ancora oggi ad esempio con il Nowrūz (da persiano nuovo giorno - inizialmente una festa sacra zoroastriana), che si celebra ancora oggi in Iran ed in altri paesi.

Già nelle antiche culture in questo giorno si celebravano particolari riti e liturgie per sancirne la sacralità. Nel passato gli eventi astronomici avevano una particolare importanza, anche da un punto di vista spirituale e religioso, poiché si riteneva che durante questi precisi momenti dell’anno si potesse aprire una porta per l’aldilà, una sorta di varco spazio-temporale attraverso cui si poteva entrare in contatto con gli spiriti degli antenati.

La congiuntura equinoziale, anche perché correlata, soprattutto in tempi lontani con l’inizio dell’anno, è stata peraltro un costante riferimento per l’orientamento dei templi. In uno dei più celebri e importanti siti, riferiti all’archeologia del passato, nel quale sono ricomprese la grande piramide e la sfinge, si rileva tale posizionamento, come pure in molti altri luoghi, nei quali troviamo costruzioni, soprattutto sacre, analogamente orientate.

Questa data, certamente importante, rappresenta l’equilibrio tra il giorno e la notte, dal punto di vista astronomico, e, da un punto di vista non solo fisico, il momento che indica la possibilità di ricercare anche un equilibrio riferito al nostro essere animico e spirituale. Quindi una fase nella quale sono sottointese le possibilità offerte da un nuovo ciclo, attraverso il quale individuare e raggiungere cambiamenti e nuovi equilibri, che possono consentire di abbandonare lentamente ciò che non è più necessario e ridondante, se non addirittura nocivo.

Tutte le antiche culture hanno costruito il calendario solare in modo intuitivo, osservando i cambiamenti nella natura, che sono poi stati associati alle festività e alle celebrazioni. Il che conferma come gli antichi popoli abbiano, in realtà, una innata saggezza, quasi istintuale, che li porta essere consapevoli della natura e di quanto la stessa trasmette agli esseri viventi. Fattispecie, che paradossalmente con l’evolversi della civiltà, viene sempre meno, sino ad arrivare ai nostri giorni, in cui molti tra coloro che pur ricordando questi momenti del tutto particolari non ne sentono, né tanto meno ne comprendono, il significato.

Unitamente ai solstizi, gli equinozi hanno un'importanza sia fisica che simbolica rilevante, in quanto essi rappresentano e rammentano la via del risveglio. L’equinozio di primavera rappresenta la ripresa del lavoro svolto su noi stessi, che consente di aumentare la consapevolezza (aumento della luce) a discapito della la mancata conoscenza di noi stessi (oscurità).

Il suo significato più profondo è riferito ai misteri riguardanti la rinascita spirituale. Nel cristianesimo è il tempo della passione, della crocefissione e della resurrezione e nell’antico Egitto della resurrezione di Osiride. In tutte le culture l’equinozio rappresenta il confronto tra le forze della luce e dell’oscurità, tra morte e resurrezione, trasformazione e rinascita, ecc..

L'equinozio di primavera è associato all'oriente perché annuncia la rinascita della vita alla fine dell'inverno, analogamente al sole, che sorge ad oriente e che annuncia il giorno nascente. Simbolicamente all’est in quanto è là che sorge la luce, che viene cercata da coloro che si impegnano in un processo spirituale, al fine di ricevere l’illuminazione.

L'Equinozio di primavera è una celebrazione dell'equilibrio perché collocato tra il freddo inverno e la calda estate. È il momento magico tra le due stagioni, in cui la natura si sveglia lentamente dal letargo invernale. È la stagione del rinnovamento e del nuovo fuoco, che dà l’avvio a un nuovo ciclo di fertilità e abbondanza.

Una delle più antiche celebrazioni, dell’equinozio di primavera conosciute, è stata la festa egizia di Sham El Nessim (da shamo o shemu, nell’antico linguaggio egizio la stagione del raccolto, considerata anche simbolo del rinnovamento della natura), la festa dell’agricoltura, officiata per la prima volta attorno al 2.700 a. c., durante la III dinastia.

Anche in Mesopotamia nello stesso periodo dell’anno veniva celebrata una festa in onore del dio Marduk, il cui simbolo era l’ariete, in quanto dal punto di vista astrologico, durante l’equinozio di primavera il sole entra nell’ariete, secondo la processione degli equinozi.

Nella Persia di Zoroastro veniva celebrato la festa di Naw Ruz (nuovo giorno), visto come giorno di rinnovamento e speranza le cui celebrazioni duravano una decina di giorni, che come cennato è ancor oggi una importante ricorrenza riferita alla ciclicità annuale (Nowrūz).

Nella Grecia classica i riti misterici venivano celebrati in due precisi momenti dell’anno. Durante l’Equinozio di Primavera (tra il 19 e il 21 marzo), in cui venivano officiati i Piccoli Misteri, a loro volta aventi una funzione preparatoria ai Grandi Misteri, celebrati durante l’Equinozio d’Autunno (dal 16 al 25 settembre). In tali ricorrenze i greci celebravano il ritorno (dalla durata di sei mesi) di Persefone, figlia di Zeus e Demetra, sulla superficie della terra. Mito questo che rappresenta la vegetazione che muore nel corso dell’inverno e che rinasce di nuovo con la primavera.

Nei Paesi del Nord Europa veniva celebrata la dea Eostre, da cui deriva il termine riferito alla pasqua in tedesco, Oster, e in inglese, Easter. Di essa si conosce poco, probabilmente è l’equivalente della dea Ishtar-Inanna, la divinità mesopotamica dell’amore, adorata dai Sumeri prima e dagli Assiro-Babilonesi poi.

Oster, ovvero Ostara, è la divinità germanica della fertilità, alla quale vengono offerte uova (dipinte) al fine di assicurarsi il ritorno della primavera. Stagione alla quale è anche associato il culto della dea romana Aurora, equivalente della dea greca Eos e della divinità indù Ushas (tutte riferibili alla dea Hausos, mutuata dalla civiltà indo-europea).

In questo giorno venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. In questo girno venivano, solitamente irrigati i campi e, poiché era anche allora il momento in cui si si aveva la perfetta corrispondenza tra ore solari e ore notturne, si celebravano gli specifici riti.

Sempre a tale stagione è riferito Freya, presente nella mitologia nordica, dea dell'alba e fecondità, associata al simbolismo della lepre e dell’uovo. Uovo al quale è attribuita una correlazione con la creazione del mondo, che ha originato la consuetudine di dipingere le uova offerte nei vari momenti celebrativi, le quali possono essere certamente considerate anche il simbolo dell'uovo cosmico.

Simbolismo riferito all'uovo, che troviamo in molte religioni, seppur in forme talvolta differenziate, come sempre molto significante e diretto. Esso ricorda la genesi del mondo, la realtà primordiale che contiene al suo interno, dalla quale originano gli esseri viventi. Nell’antico Egitto al termine uovo viene attribuito il genere femminile, in quanto considerato l’uovo primordiale dal quale la natura (considerata per questa divina e assimilata alla divinità) germoglierà e  organizzerà la manifestazione, attraverso la sua infinita trasformazione (egli è sia figlio che padre).

L'uovo è considerato, altresì, una rappresentazione del potere della luce e del rinnovamento periodico della natura, soprattutto intesa come rinascita, ritorno e risurrezione, cosa che viene anche ricordata nella festa della pasqua cristiana, con la morte e risurrezione di Gesù.

Ancora oggi, manteniamo l’uso di tali simboli, ricordo di simboli più antichi, per festeggiare l'equinozio di primavera: mangiamo conigli di cioccolato (ricordo della lepre, come già riferito animale sacro a Eostra, simbolo di fertilità), e le uova.

Con l’avvento del cristianesimo tali ancestrali ritualità pagane in realtà non scompaiono, sono state invero sostituite dalle festività introdotte attraverso la pasqua cristiana (non assimilabile alla Pasqua ebraica, Pesach), la quale viene festeggiata proprio la prima domenica successiva al primo plenilunio susseguente l’equinozio di primavera (l’antico inizio dell’anno solare; proprio per tale ragione la Pasqua non può mai ricorrere prima del 21 marzo).

All’equinozio di primavera è associato uno dei quatto elementi della tradizione: l’aria, simbolo dell'ispirazione, dell'intuizione e della intelligenza che viene ricavata. Elemento peraltro associato agli uccelli, perché capaci di volare, diversamente dagli esseri umani, quindi assimilabili ai messaggeri degli dei. Elemento aria, che nel corpo umano consente il respiro, la prima azione che ogni essere attiva al momento della nascita (il ruach).

Con l’equinozio abbiamo l’ingresso nel segno zodiacale dell'Ariete. Esso simboleggia il fuoco originale che si manifesta all'inizio della primavera, con l’esplosione scoppio delle forze generatrici. È il fuoco “prometeico” al tempo stesso creativo e distruttivo, capace di attivarsi in tutte le direzioni. Le antiche cerimonie pagane prevedono appunto l’accensione dei fuochi in prossimità dell’alba per simboleggiare la purificazione e il rinnovamento della vita.

L’equinozio di primavera segna il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, legato al risveglio della natura, al quale si si ricollega il tema del matrimonio fra una divinità maschile, appartenente alla sfera solare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna, ove il dio sole si unifica, infatti, con la giovane divinità della terra.

Anche dal punto di vista fisiologico, il nostro corpo vive un momento di "equinozio". Il detto attribuito a Ermete “come in alto così è in basso” anche in questo caso è come sempre appropriato: dal punto di vista macrosmico (alto) dopo l'equinozio di autunno la natura si assopisce per risvegliarsi in primavera (per poi esplodere in estate); dal punto di vista microcosmico (basso) l’essere umano stesso è soggetto ad analoghe trasformazioni fisiologiche (basti pensare all’epifisi, o ghiandola pineale, la quale secerne melatonina in modo inversamente proporzionale alla luce solare che viene ricevuta).

L'equinozio di primavera è una porta attraverso la quale possiamo entrare in uno spazio nel quale sono presenti nuove energie. Finisce uno stadio evolutivo e ne inizia un altro, secondo l’eterno ritorno della ciclicità del tempo, che consente di  armonizzare i ritmi dell'essere umano a livello fisico, psicologico e spirituale. Esso segna la fine del periodo oscuro, quello dell'intenso lavoro interiore, il cui obiettivo è sempre lo stesso: la nostra reintegrazione.

Tutto questo è evidentemente molto importante, ma lo è ancor più allorché, soprattutto noi occidentali globalizzati e post industrializzati siamo oramai abituati a considerare gli eventi astronomici da un mero punto di vista scientifico, senza più alcuna correlazione religiosa o spirituale.

Pertanto ricordare questo evento equinoziale non è solo un mero esercizio riferito alla antropologia o a quant’altro. Ricordare e riflettere sulle tradizione riferita all’equinozio può aiutare a ritrovare qualcosa, che stiamo quasi totalmente ignorando nella sua essenza, soprattutto in un momento storico di grande cambiamento epocale, che non ha precedenti, nel quale il livello spirituale, in particolare nei paesi più evoluti dal punto di vista scientifico e tecnologico, è sempre più ridotto e a volte sovente approssimato al puro materialismo, meramente meccanicistico.

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