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Economia

BCE, IL BOLLETTINO ECONOMICO A FEBBRAIO 2024

BCE, IL BOLLETTINO ECONOMICO A FEBBRAIO 2024

La BCE ha pubblicato il Bollettino Economico, n. 2/04, del quale si riporta di seguito  il quadro generale riguardante l'economia.

Attività economica L’economia rimane debole. I consumatori hanno seguitato a contenere la spesa, gli investimenti hanno registrato una moderazione e le esportazioni delle imprese sono diminuite, per effetto di un rallentamento della domanda estera e di alcune perdite di competitività. Tuttavia, le indagini congiunturali indicano una ripresa graduale nel corso di quest’anno.

Il calo dell’inflazione e il perdurante incremento dei salari porteranno a un recupero dei redditi reali, che sosterrà quindi la crescita. In aggiunta, l’effetto frenante dei passati rialzi dei tassi di interesse si esaurirà gradualmente e la domanda di esportazioni dell’area dell’euro dovrebbe aumentare. Il tasso di disoccupazione è al livello più basso dall’introduzione dell’euro. L’occupazione è salita dello 0,3 per cento nell’ultimo trimestre del 2023, superando nuovamente il ritmo di crescita dell’attività economica. Di conseguenza, il prodotto per occupato è diminuito ulteriormente.

Allo stesso tempo, i datori di lavoro pubblicano meno offerte di posti vacanti e meno imprese segnalano vincoli alla produzione dovuti alla carenza di manodopera. Secondo le proiezioni di marzo 2024, la crescita economica dovrebbe segnare una graduale ripresa nel corso dell’anno per effetto dell’aumento del reddito disponibile reale, a fronte dell’inflazione in calo e di una robusta dinamica salariale, e con il miglioramento delle ragioni di scambio. In un contesto in cui è improbabile che le attuali turbative del trasporto marittimo nel Mar Rosso provochino nuove limitazioni significative nell’offerta, la dinamica delle esportazioni dovrebbe allinearsi al rafforzamento della domanda estera.

Nel medio termine la ripresa dovrebbe essere altresì sostenuta dal graduale venir meno degli effetti dell’inasprimento della politica monetaria della BCE. Nel complesso, si prevede che il tasso di incremento medio annuo del PIL in termini reali si collochi allo 0,6 per cento nel 2024, per poi salire all’1,5 nel 2025 e all’1,6 nel 2026. Nel confronto con le proiezioni dello scorso dicembre elaborate dagli esperti dell’Eurosistema per l’area dell’euro, le prospettive per la crescita del PIL sono state riviste verso il basso per il 2024, a causa di effetti di trascinamento derivanti da passate sorprese negative e informazioni prospettiche recenti che indicano un’evoluzione più debole. Risultano invece invariate per il 2025 e sono state lievemente corrette verso l’alto per il 2026.

I governi dovrebbero continuare a revocare le misure di sostegno connesse all’energia affinché il processo di disinflazione prosegua in maniera durevole. Le politiche strutturali e di bilancio dovrebbero essere rafforzate per rendere l’economia dell’area più produttiva e competitiva, per espandere la capacità di offerta e ridimensionare gradualmente gli elevati rapporti fra debito pubblico e PIL. Una più rapida attuazione del programma Next Generation EU e un atteggiamento più deciso verso la rimozione delle barriere nazionali per realizzare mercati bancari e dei capitali più spessi e integrati possono contribuire ad aumentare gli investimenti nelle transizioni ecologica e digitale e a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. Occorre attuare senza indugi il nuovo quadro di governance economica dell’UE.

 

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