LE FALLAS A VALENCIA NEL NOME DELLA TRADIZIONE
dal nostro inviato Umberto Principi
Umberto Principi ci manda questa meravigliosa fotografia della Madonna dei senzatetto. Il mantello è di fiori portati in offerta per due giorni da tutte le 300 Fallas (torce) di Valencia in corteo.
“Non credo – dice Principi - che qui sarà facile togliere i simboli cristiani”.
Mentre alla festa di san Giuseppe, preludio dell’Equinozio di Primavera, in Italia, corrosa dalla follia dell’accoglienza e dell’inclusività, che si traduce nell’esclusione dei valori della tradizione italiana, si chiudono le scuole perché c’è il Ramadan, in Spagna si conservano le tradizioni.
Ne è un esempio la festa valeciana e, ancora di più, la volta d’acciaio fatta con le spade della polizia all’ingresso nelle Fallas di una bambina in costume.
Valencia è la Balansiya dell’Andalusia del Califfato di Cordova. Le influenze della dominazione moresca dell’Andalusia, durata dall'VIII al XV secolo, sono visibili nel patrimonio architettonico, di cui fanno parte pietre miliari come l'Alcázar di Siviglia (la capitale della regione), la moschea-cattedrale Mezquita di Cordova e l'Alhambra di Granada.
Nessuno pensa di sradicare le tradizioni, tutte, ed è per questo che le Fallas (torce) iniziano ufficialmente l'ultima domenica di febbraio con “cridae” e terminano il 19 marzo con “Crema”. L'unico giorno festivo è 19 marzo, festa di San Giuseppe.
In questi giorni la gente esce per le strade per festeggiare e godersi gli spettacolari monumenti e i petardi.
L'origine delle Fallas di Valencia risale a diversi secoli. Il primo documento che fa riferimento alle Fallas è del 1774, anche se si pensa esistessero già prima.
La parola "falla" deriva dal latino e significa "torcia”. Le Fallas, pertanto, sono la festa delle torce, della luce.
La teoria più popolare sull'origine delle Fallas è che la gilda dei carpentieri accese uno falò con il legno che non era più utile nei loro laboratori.
Oggi le Fallas sono molto più sofisticate. Alcuni falegnami, secondo la tradizione, avrebbero realizzato semplici bambole con l'aiuto dei vicini e in seguito avrebbero aggiunto battute sulle persone del quartiere.
Questo approccio satirico è stato un successo, è rimasto una tradizione ed ora ci sono sculture veramente mirabili per la fattura artistica.