Il “fascista” Trump è riuscito a mettere d’accordo il mondo su un piano di pace che riguarda Gaza e il Medio Oriente e apre una fase nuova a livello geopolitico per gli equilibri globali.
Per i giochetti di Hamas e del terrorismo islamico non ci sono più spazi e non ci sono più spazi nemmeno per chi ha incendiato l’Italia con il pretesto di Gaza per destabilizzare il Governo Meloni.
Chi ha qualche lustro sulle spalle e si è occupato a lungo da giornalista di vicende sindacali conosce le logiche della scuola sindacale alla quale si è formato Maurizio Landini, ossia quella di Claudio Sabattini, il quale aveva ben presente che la Fiom comandava la Flm, la quale comandava la Triade (Cgil-Cisl-Uil), che a sua volta dava direttive ai partiti. Lo schema di Landini, in base al quale ha portato in piazza i flotillanti, è lo stesso. La Cgil ha più iscritti e militanti di tutti i partiti della cosiddetta sinistra messi assieme e quindi (ecco la logica sabattiniana) il direttore d’orchestra abita a Roma, in Corso Italia 25, sede della Confederazione generale italiana del lavoro, quella che fu di Di Vittorio e di Lama.
Lo sfascismo di Landini è tutto qui: portare in piazza Pd, M5S, Avs e cianfrusaglia varia, per dettare la linea e affermarsi come l’unico vero capo della sinistra e, in quanto tale, interlocutore del centrodestra.
Elly Schlein c’è cascata e ci sono cascati anche i dirigenti di Avs. Ha evitato i posti in prima fila Giuseppe Conte, ma anche lui è in coda.
La logica di Landini è vecchia, risale egli anni Settanta e Ottanta e sarebbe interessante riandare alle lotte sindacali guidate da Claudio Sabattini per capire l’intero costrutto dell’attuale strategia del segretario della Cgil. Claudio Sabattini portò Enrico Berlinguer sui cancelli della Fiat, distruggendolo politicamente.
Landini non porta i segretari dei partiti di sinistra sui cancelli di Stellantis, altrimenti perde il supporto dei giornali del “padrone”. Meglio le piazze, le stazioni, le autostrade.
Claudio Sabattini, per chi lo ha conosciuto, era intelligente.
Il pretesto per portare in piazza i flottilli è vergognosamente una bufala mediatica che si va smontando di minuto in minuto, con i retroscena delle derrate alimentari inesistenti e delle barche di Hamas.
Vuole il caso che il giorno dopo dello sfascio italiano dei flotillanti, Hamas accetti il piano del “fascista” Trump, il “puzzone”, quello squinternato che non sa cosa dice, quello che i violinisti dei Dem Usa denigrano come fosse un povero deficiente che non ha idea di quel che dice.
Alla faccia dei flotillanti il “puzzone”, il “fascista” ha realizzato la pace a Gaza.
"È un grande giorno, un giorno speciale, forse senza precedenti in molti modi", ha detto ieri Donald Trump in un videomessaggio postato su Truth commentando la risposta di Hamas al suo piano di pace per Gaza, ringraziando tutti i Paesi che hanno collaborato agli sforzi di pace.
"Le dichiarazioni del presidente Trump sulla cessazione immediata dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza sono incoraggianti e Hamas è pronta ad avviare immediatamente i negoziati per ottenere uno scambio di prigionieri, porre fine alla guerra e garantire il ritiro dell'esercito (israeliano) dalla Striscia di Gaza", ha detto il portavoce di Hamas Taher al-Nounou.
Secondo quanto riportato dall'emittente israeliana Channel 12 oggi in Egitto inizierà probabilmente il primo round di colloqui tra Israele e Hamas. Il luogo per l'incontro è la località turistica di Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso.
Sharm el-Sheikh è conosciuta anche come Madinet Es-Salaam, che in arabo egiziano significa "Città della Pace". Questo soprannome deriva dal fatto che la città è stata e continua ad essere sede di numerose conferenze internazionali sulla pace e incontri politici ed economici, oltre che per la sua posizione geografica.
Ieri sul suo social Truth Donald Trump ha scritto: “Credo che siano pronti per una pace duratura. Israele deve cessare immediatamente i bombardamenti su Gaza, in modo da poter liberare gli ostaggi in modo sicuro e rapido! In questo momento è troppo pericoloso farlo. Stiamo già discutendo i dettagli da definire”.
Circa un'ora prima Hamas aveva dichiarato di aver accettato alcuni elementi del piano di Trump, tra cui la rinuncia al potere e il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti, ma dichiarando che altri punti richiedono ulteriori negoziati e consultazioni tra i palestinesi. Questa dichiarazione era arrivata poche ore dopo che Trump aveva affermato che Hamas doveva accettare l'accordo entro domenica sera, pena un attacco militare ancora più violento.
Israele, dal canto suo, si sta preparando ad attuare la prima fase del piano in 20 punti del presidente Usa, Donald Trump, per fare tornare gli ostaggi e mettere fine alla guerra a Gaza. I vertici politici israeliani, secondo quanto riportato dal Times of Israel, avrebbero ordinato all'Idf di ridurre "al minimo" la campagna per conquistare Gaza City e di portare avanti solo "manovre difensive".
Come ha riferito l'agenzia palestinese Wafa Il leader dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, "accoglie con favore le dichiarazioni" delle ultime ore sul piano Trump per "la fine della guerra a Gaza", la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti dopo la posizione comunicata da Hamas, che "indicano la volontà di rilasciare tutti gli ostaggi e adottare un approccio costruttivo durante questa fase cruciale, che richiede da parte di tutti esercizio di responsabilità al massimo livello".
Abbas ribadisce l'apprezzamento per il lavoro di Trump e ringrazia i Paesi arabi e islamici coinvolti. Il leader palestinese insiste sul fatto che "la sovranità sulla Striscia di Gaza è dello Stato di Palestina e il collegamento tra Cisgiordania e Striscia di Gaza va raggiunto con leggi palestinesi e istituzioni governative, tramite un comitato amministrativo palestinese e forze di sicurezza palestinesi unificate", con "il sostegno arabo e internazionale". L'Autorità palestinese conferma che "continuerà a lavorare con mediatori e partner" per "una pace duratura".
Israele si sta allineando alla dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e da stamattina gli attacchi dell'Idf in tutta la Striscia di Gaza sono stati sospesi. È quanto risulta alla testata israeliana N12. L'Idf, scrive N12, si stanno ora concentrando esclusivamente sulle operazioni difensive per le forze schierate nell'area. Gaza City rimane sotto assedio e le forze non si stanno ritirando, ma rimangono sulle stesse linee raggiunte finora.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, i vertici politici israeliani avrebbero ordinato all'Idf di ridurre "al minimo" la campagna per conquistare Gaza City. Il quotidiano cita il canale televisivo pubblico Kan e la radio militare israeliana. Secondo quanto riferito, le truppe militari impegnate a Gaza avrebbero avuto l'ordine di portare avanti solo "manovre difensive" subito dopo i colloqui tra Israele e Stati Uniti alla luce delle dichiarazioni di Hamas sul piano di pace.